EVELINE IN ICE ZONE

…e dopo la fase di costruzione arriva quella di potenziamento…

Mi sono fatta convincere dalla “simpatica” Greta ed ho accettato il suo invito a “visitare” la famosa ICE ZONE.

Sono arrivata già stanca morta e con la testa piena di euro, dollari, tassi e convinta di resettare la dura giornata di lavoro in modo fresco e nuovo. C’erano 23° e il paesaggio prometteva bene.

Il programma della serata era 6 km di salita e poi ritorno. Ho fallito miseramente e al quarto km sono tornata indietro.

Dopo i primi 3 km ero già morta e arrivare al 4° è stata una disperazione. A corto di fiato, male al fianco e correre era diventato x me tanto difficile. A parte qualche cavalcavia le mie gambe non avevano mai corso in salita.

Quando Greta e il suo cuginetto mi guardavano con sguardo di pena e mi dicevano “dai non mollare ci siamo quasi” qualche “andate a quel paese” mi è scappato. Penso abbiano visto la parte + scurrile e brutale di Eveline. Ero stanca, incazzata perché non ci stavo riuscendo, stavo facendo una pessima figura e sapevo che stavo deludendo le aspettative di chi mi sta aiutando nel mio percorso.

Durante il ritorno, agevolato dalla discesa, mi sono potuta godere il paesaggio e mi sono accorta che nel tragitto in salita non ero riuscita a vedere nulla se non l’asfalto e la fatica. Quello che mi circondava mi piaceva molto e il tratto di strada completamente in mezzo gli alberi mi ha regalato proprio una bella sensazione ed ha capovolto il mio umore.

So che il lavoro fatto, anche se poco rispetto a quello che mi era stato assegnato, mi è servito e, visto che da qualche parte uno deve iniziare, sono stata contenta di aver iniziato dalla ICE ZONE!!!

Scrivo oggi perché ieri sera una volta a casa avevo solo voglia di divano!